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Alla luna

di Giacomo Leopardi

La luna è una sorta di confidente, una testimone muta ma sicura dei pensieri e del soliloquio del giovane Giacomo, che non trova nelle altre persone un degno interlocutore per i suoi pensieri e turbamenti. I versi sono endecasillabi sciolti. Il poeta ricorda un’esperienza passata, dell’anno precedente, in cui veniva sopra a un colle (denominato “questo” come chiaro indice di vicinanza non solo fisica, ma anche affettiva) a guardarla. Il pianto deformava l’immagine della luna: tale pianto derivava dalla condizione misera della vita del poeta, che al momento non è cambiata. Gli porta conforto solo il ricordo: nella giovinezza, infatti, è piacevole ricordare il passato, anche se doloroso, perché c’è la speranza del futuro. I versi 13-14 furono aggiunti dal poeta nell’edizione del 1853 e modificano quindi parzialmente il senso della frase: Leopardi sottolinea il tema dell’illusione giovanile, simile all’illusione degli antichi, che poi tornerà con grande forza come tema principale del Sabato del villaggio. Nel complesso, quindi, sono qui proposti in un testo relativamente breve, che è simbolo del concetto di idillio per Leopardi, i temi che sono importanti in una prima fase della sua riflessione: la condizione di dolore del genere umane, la potenza delle illusioni per vincere la condizione del presente, l’importanza del ricordo come atto di pura poesia che trasforma l’esperienza e la rende accettabile.

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I See Fire (KYGO Remix)Ed Sheeran
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