
CANTO
QUINDICESIMO
Il XV canto costituisce con i due successivi una trilogia collocata al centro della cantica, in una posizione di voluto rilievo che è perciò un’indicazione di lettura: il momento è solenne e la narrazione assume un tono elevato e profetico. Quando lo spirito dell’avo Cacciaguida si avvicina a Dante il suo atteggiamento viene paragonato a quello di Anchise che si fa incontro a Enea nei Campi Elisi. il riferimento all’episodio virgiliano è significativo in relazione al viaggio di Dante. Cacciaguida apre solennemente il suo discorso in latino e sviluppa il tema della prescienza divina che si riflette nei beati. Il centro del discorso diventa poi subito Firenze, quella del buon tempo antico, quasi mitica nella sua pacifica esistenza quotidiana fatta di misura, di sobrietà, di onestà: qualità che evocano immediatamente anche il loro contrario, materializzando l’immagine negativa della città attuale. Così vengono introdotti i temi dominanti di questa “trilogia” che racchiude il nucleo ispiratore del poema: il rapporto tra storia ed eternità, il significato trascendente della vicenda umana di Dante e il valore della sua esperienza eccezionale come missione di salvezza.