
CANTO
DICIASSETTESIMO
Nel canto XVII del Paradiso, Dante si trova ancora nel cielo di Marte: prosegue il suo colloquio con Cacciaguida, al quale chiede delucidazioni sulle numerose profezie che sono state pronunciate nei suoi confronti nel corso del suo viaggio attraverso l’Inferno e il Purgatorio. Cacciaguida predice a Dante l’esilio, i dissapori con i compagni della fazione guelfa bianca e l’amicizia con gli Scaligeri di Verona, prima Bartolomeo e poi - soprattutto - con Cangrande, che sarà suo protettore. Cacciaguida tesse profeticamente le lodi del futuro signore di Verona, anche se questi al momento del viaggio di Dante in Paradiso è ancora bambino. Di fronte ai dubbi di Dante sull’opportunità di raccontare o meno nel mondo ciò che ha visto durante il suo viaggio oltremondano, l’avo gli risponde che la sua testimonianza ha valore provvidenziale, sacro ed educativo.