top of page

L'infinito

di Giacomo Leopardi

L'ascesa al Monte Tabor, rifugio ideale del poeta, si configura in ultima analisi come uno studio visivo-prospettico degli elementi del paesaggio: la siepe che impedisce la vista dell'orizzonte e l'ostacolo percettivo che permette la fuga della mente dall'esperienza immediata dei sensi. Al di là della siepe si schiudono dunque spazi senza limite, silenzi profondi e pace assoluta, portatrice di sgomento, e indizio di quell'eternità a cui l'improvviso stormire del vento tra le fronde conduce il poeta, il cui io naufraga, cioè si annienta, fondendosi con l'universo. Così, tra la minaccia del silenzio e la presenza sonora della natura, il pensiero afferra l'inafferrabile universalità dell'infinito, superando la contingenza. Con "infinito" e "spazi al di là della quiete" il poeta si riferisce al futuro, che ci apparirà sempre come una dolcissima illusione che non abbandonerà mai l'uomo. La siepe, invece, è il muro che divide il presente dal futuro, il poeta dall'infinito e lascia solo immaginare in cosa consista il nostro fato.

Click sull'immagine per l'analisi completa
I See Fire (KYGO Remix)Ed Sheeran
00:00

© 2018 Il Nuovo Caffè Letterario

Proudly created with Wix.com

  • White Houzz Icon

Visita anche il sito del nostro Istituto:

bottom of page