
La vergine Cuccia
di Giuseppe Parini
Giuseppe Parini pubblica anonima nel 1765 la seconda parte del Giorno, intitolata il Mezzogiorno, presso la tipografia Galeazzi di Milano. Il racconto, rispetto al Mattino, segue sempre le vicende (e il dolce far nulla) della giornata del “giovin signore”, ora atteso per un sontuoso pranzo presso la residenza della sua dama. Parini, con la sua ironia filtrata dalla cultura classica, stigmatizza le superficiali abitudini sociali dell’aristocrazia lombarda, la noia e l’ipocrisia dei rapporti interpersonali, la meschinità di certi atteggiamenti convenzionalmente accettati da tutti.
L’episodio noto come quello della “vergine cuccia” (ai vv. 510-556) è assai emblematico: mentre un vegetariano spiega le ragioni che lo spingono a non cibarsi di carne, la nobildonna ritorna col ricordo ad un triste episodio occorso alla sua cagnetta. Tempo prima, infatti, un suo servo la colpì violentemente con un calcio dopo aver ricevuto un morso dall’animale; in conseguenza di ciò, il servo venne licenziatoe, a causa della cattiva fama che si era costruito, non fu più in grado di trovare lavoro, riducendosi achiedere l’elemosina.
Metro: endecasillabo sciolto.