
Non chiederci
la parola
di Eugenio Montale
Montale affida la propria dichiarazione di poetica a questa poesia dall’intonazione lapidaria, epigrammatica (la prima della sezione Ossi di seppia, che dà il titolo al libro), rivolgendosi ad un destinatario imprecisato (con un generico “tu”), e parlando al plurale, a nome di un’intera generazione di poeti. Rigettando facili certezze, con questo componimento si prende atto che la nuova poesia - lungi dall’avvalersi di una parola definitiva, unica, infallibile - può esprimersi solo in negativo (vv. 11-12: “Codesto solo oggi possiamo dirti, | ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”).
Il testo si articola in tre quartine di metri di varia lunghezza, con numerosi endecasillabi e doppi settenari, variamente rimati. Schema metrico: ABBA CDDC EFEF (con rima ipermetra ai vv. 6-7).