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Trieste

di Umberto Saba

Saba canta  Trieste proprio in quanto tale, e non solo come città natale.  Nella prima strofa Saba descrive la strada in salita che conduce alla collina affollata, vivace, rumorosa all’inizio e sempre più solitaria alla fine. Sbocca in un piccolo spazio chiuso da un muricciolo, “un cantuccio” che segna il confine della città e lì il poeta siede solo ma non diviso dal mondo che ama. Un mondo paragonato a “un ragazzaccio aspro e vorace”: Trieste diventa un personaggio vivo e autonomo. Il ragazzo possiede una grazia innata, una bellezza spontanea e naturale; i suoi occhi azzurrini, che riflettono il colore del mare di Trieste, evocano tenerezza. Le sue mani sono grandi per un gesto gentile ma dietro questa apparenza si nasconde una grande dolcezza. Questo contrasto viene identificato dal poeta come un amore tormentato dalla gelosia. Dall’alto dell’erta che gli consente di guardare e di abbracciare tutta la sua città, gli pare che “ogni chiesa, ogni via”, “l’ingombra spiaggia” e “la collina”, siano tutti suoi e vivano in lui, avvolti nell’ “aria natia”. Dal suo posto il poeta osserva la vita intorno senza farne parte, ma senza neppure sentirsi estraniato. Sa di poter trovare nella città uno spazio adatto alla sua vita “pensosa e schiva”.

La poesia tende a serrarsi nell' "idillio" del "cantuccio" solitario da cui il poeta contempla la città, metaforizzata nel ragazzaccio  aspro e vorace; al suo interno però il componimento contiene un movimento di fuga, che spinge il protagonista  ai margini della città : Ho attraversata, ho salita, dove esso termina/termini la città, da quest'erta, una casa /l'ultima. Ne deriva una strategia contraddittoria e un tentativo di bilanciare la fuga in una chiusura circolare, che peraltro non riesce a nascondere il persistere di una profonda tensione : un'aria strana, un'aria tormentosa/l'aria natia.Per Saba Trieste è oggetto di attrazione e repulsione.Il movimento rappresentato nella sua poesia è un movimento di fuga, che libera dall'ossessione della città e consente di osservarla a distanza di sicurezza, magari con nostalgia.Se di specchio si tratta, Trieste è lo specchio di un sentimento contraddittorio.

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